domenica 22 giugno 2008

La pizza al taglio, come in pizzeria

pizza al taglio


Ariécchime! Slang finto romanesco a parte, torno con una ricettina niente male, appresa da questo signore (cheeef!! Ma tu un sito tutto tuo quando???) un pó di giorni fa quando io ed una collega abbiamo fatto da gentili assistenti durante il corso tenutosi presso la CdG. L'argomento? Pizza!
Finalmente oggi, nella tranquillitá del mio appartamento da studentessa, vuoto perchè le altre ragazze erano al mare (ah, spiagge...dovrete aspettarmi fino ad agosto!) mi sono messa a smanettare tra forno e fornelli, ed ora son qui a raccontare dalla mia finestra che guarda dritto dritto verso una Cittá del Gusto che fatico ad immaginare spoglia di tutto il fermento che la anima nel corso della settimana, da mattina presto fino a sera tardi :)
Orbene, tornando all'argomento del post,comincio col dire, a rischio di sembrare pedante anzi pallosa, che la pizza è un'arte difficile. Quante pizze nell'ordine appena decenti o decisamente mediocri ci è capitato di assaggiare fuori casa? A me diverse. 
A casa ho cominciato a cimentarmi ormai vari anni fa, ma è stato solo dopo le due serate al corso che ho davvero interiorizzato alcuni gesti ed un certo modo di 'sentire' gli impasti che probabilmente rappresentano la chiave per avere un buon prodotto. Perció, se è senz'altro vero che i professionisti nel campo lavorano con standard, materie prime e parametri particolari e diversi rispetto a noi amatori, è altrettanto vero che si puó avere in casa una pizza in teglia ben fatta, equilibrata e digeribile. Come? Con quello che segue, ossia un impasto indiretto. È vero, bisogna organizzarsi in anticipo perchè il tutto deve stazionare in frigo 24 ore circa, peró ne vale la pena. Allora mani in pasta!

per una placca da forno standard:
farina 00 gr 200
farina Manitoba gr 200
acqua gr 300
lievito di birra gr 10
sale fino gr 8-10
olio evo 2 cucchiaini circa
semola rimacinata per la spianatoia

per farcire:
1)fette di patata tagliate sottili e regolari ed immerse in acqua fredda, poi asciugate
peperoncino secco
polpa di mezza bacca di vaniglia
2)zucchine
erba cipollina
bacche di pepe rosa (ero a corto, *¿¡**Ç! Ho sostituito con pepe macinato al momento)
fior di latte tagliato a pezzi piccoli e lasciato a scolare almeno un'ora
3)quant'altro vi venga in mente: abbinamenti classici o azzardati, è giusto provare di tutto!

Setacciare le due farine sul piano di lavoro disporle a fontana. Sottrarre al totale del quantitativo di acqua 200 gr, sciogliervi il lievito ed unire alla farina raccogliendola via via e riportandola al centro. Lavorare con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo, sbatterlo e riportarlo ripetutamente sulla spianatoia. Sará molto consistente ma è giusto cosí. Ora, aggiungere il sale a pioggia sull'impasto, e continuare a lavorare incorporandolo uniformemente; aggiungere l'olio e fare in modo di amalgamarlo nel composto. Infine aggiungere l'acqua rimanente e lavorare energicamente: a questo punto l'impasto tenderá inizialmente a 'stracciare': niente paura! Man mano che si impasta tutta l'acqua verrá assorbita dalla farina. Quando la pasta è liscia ed uniforme, raccoglierla a palla e metterla in una ciotola unta d'olio. Chiudere con il coperchio o rivestire semplicemente con pellicola, e mettere in frigo a 4 gradi fino al giorno successivo, poi portare a temperatura ambiente e lasciar riposare un paio d'ore al massimo (non è tassativo comunque tenere la pasta in frigo esattamente 24 ore: se per motivi di 'planning' dovette tagliare un pó i tempi, no problem)
Al momento giusto, con un gesto della mano 'a coppa' prelevare la pasta dalla ciotola e porla testa in giú sulla spianatoia infarinata leggermente con la semola. Raccogliere di nuovo a palla e lasciar riposare una mezzora circa per consentire all'impasto di tornare a 'distendersi' ulteriormente.
Spennellare di olio la teglia e accendere il forno (no ventilato: il mio, elettrico e portato a 220 gradi, mi ha dato un risultato accettabile). Riprendere la pasta e stenderla sulla spianatoia infarinata con un movimento dei polpastrelli ritmico, dal centro verso il basso e dai lati verso l'alto (credetemi...è piú semplice da fare che da spiegare!). Portare la pasta con attenzione ed usando entrambe le mani sulla teglia, poi pareggiarla delicatamente per fare in modo che abbia uno spessore abbastanza uniforme. Ho detto abbastanza...;).
Infine, disporre il ripieno tenendo a mente alcune regole di base:
-le spezie prima di ogni altro ingrediente, fará in modo che non brucino;
-la mozzarella non a diretto contatto con la pasta, perchè la inumidirebbe rendendo difficoltosa la cottura.
Finalmente, dopo tutto questo ambaradan, sará arrivato il momento di cuocere la nostra creatura :), quindi disporre nella parte bassa del forno, e dedicarsi ad altro per una decina di minuti al massimo in modo da resistere alla tentazione di aprire il forno anzitempo ;): causerebbe una perdita di temperatura. Spostare poi la teglia in alto e terminare la cottura (considerate comunque che sono indicazioni di massima: ahimé, non è possibile fare stime esatte di tempi e temperature visto che ogni forno è diverso dall'altro)
Sfornare e gioire :) oppure, be', saltare questo post a pié pari e andare dritti dritti da Pino Arletto qui:

Il tagliapizza
Via della Magliana 128A
Roma

sabato 14 giugno 2008

Angelica col ''barbatrucco''

Angelica

La riconoscete? È la strasperimentata Angelica delle Sorelle Simili, solo che appunto c'è il barbatrucco ;). Non avevo burro sufficiente in casa, ma DOVEVO fare questa ricetta, perció zac! Vai di yogurt. Altra differenza: il cioccolato al posto di uvetta e scorzette candite nella farcitura. Orsù, non storcete il naso, vi assicuro che il risultato è parecchio interessante, con un alibi in piú visto che siamo quasi al via per la prova bikini! Be', quasi dai...


lievito preliminare

135 gr farina manitoba

13 gr lievito di birra (nella ricetta originale: io ne ho usati non piú di 10)

75 gr acqua


impasto

400 gr farina manitoba

75 gr zucchero

120 gr latte tiepido

3 tuorli

1 cucchiaino di sale

yogurt bianco naturale gr 100

cioccolato fondente al 55% gr 100

burro fuso gr 50 scarsi

glassa

2 cucchiai colmi di zucchero velo

acqua

Sciogliere il lievito nell'acqua, unirlo alla farina e lasciar fermentare per mezzora circa.

Mescolare in una ciotola farina, zucchero e sale: unire il latte, i tuorli e lo yogurt. Una volta ottenuto un composto omogeneo, lavorare per qualche minuto e passarlo sul piano di lavoro. Aggiungere il fermento preparato prima e lavorare con cura affinchè i due impasti siano perfettamente amalgamati. Ungere lievemente la ciotola e passarvi l'impasto, coprire e lasciar lievitare per un paio d'ore. Spezzettare il cioccolato. A questo punto passare la pasta di nuovo sulla spianatoia e stenderla ad uno spessore di un paio di millimetri circa per ottenere un rettangolo. Ricoprirla con il cioccolato ed arrotolarla per il lato piú lungo. Poi, con un coltello a lama liscia, incidere longitudinalmente il cilindro ottenuto ed intrecciare i due rotoli di pasta, facendo in modo che la parte incisa rimanga in alto. Chiudere a ciambella e trasferire su una teglia rivestita di carta forno o in uno stampo rotondo (io ho fatto cosí e il dolce è risultato parecchio alto). Lasciar lievitare ancora fino al raddoppio, ci vorranno 45 min circa.

Infornare a 200 gradi per una ventina di minuti, coprendo eventualmente con carta argentata se dovesse scurirsi in fretta. Infine, 'sporcare' con la glassa preparata mescolando lo zucchero a velo con poche gocce d'acqua.